Il dolore alla protesi di ginocchio

Questo articolo analizza il dolore, definito "non post-operatorio" alla protesi di ginocchio e come il chirurgo decide di intervenire per risolvere il problema.

Il dolore alla protesi di ginocchio

Nei primi giorni dopo l'impianto della protesi di ginocchio il dolore è assolutamente normale e viene tenuto sotto controllo da terapie farmacologiche che permettono al paziente di muovere gradualmente - ma da subito - il ginocchio operato.

Tuttavia, se i sintomi dolorosi persistono o aumentano nel tempo, e mi riferisco a un dolore protratto a dopo un mese dall'intervento stesso, è possibile ipotizzare che ci sia qualche problema da risolvere.

Sebbene sia doveroso specificare che qualsiasi tipo di sintomo dovrebbe essere sottoposto all’attenzione di un medico, il dolore che non deriva dalle lesioni provocate dall’intervento chirurgico è solitamente descritto dai pazienti come una sensazione di bruciore costante, diversamente da quello che è dovuto al normale decorso post-operatorio.

Dolore notturno

Il sintomo doloroso può intensificarsi durante il riposo (di notte o dopo un lungo periodo di inattività) o, al contrario, diventare più forte dopo uno sforzo più intenso; se non è correlato ai postumi dell’intervento. persiste inoltre per lungo tempo, anche molte settimane.

Le cause del dolore alla protesi di ginocchio

La prima misura da prendere, una volta stabilito che il dolore non è di natura post-operatoria, è procedere ad una valutazione generale della protesi, attraverso l’esame fisico e le indagini di diagnostica per immagini; occorre anche verificare se sia in corso un’infezione attraverso esami ematici specifici.

La protesi infetta richiede infatti una diversa strategia di trattamento rispetto al caso in cui il dolore non derivi da un infezione ma da altri fattori; è fondamentale identificare la causa precisa del problema per risolvere il problema.

Nel primo caso si parla di protesi infetta mentre nel secondo si usa il termine “protesi dolorosa”.

Cosa fare in caso di dolore alla protesi?

terapia protesi dolorosa

Come ho accennato poco sopra, in alcuni pazienti che hanno affrontato l’intervento di sostituzione non è possibile identificare immediatamente la causa del dolore.

Trattamenti conservativi

In questi casi, la strategia migliore di solito consiste nell’adottare una combinazione di trattamenti non invasivi:

  • antidolorifici;
  • terapia di riabilitazione.

Ovviamente, in simili circostanze non è invece consigliabile procedere alla revisione chirurgica della protesi, che non offrirebbe nessun vantaggio.

Nonostante la fonte del problema talvolta non venga identificata correttamente, una buona percentuale dei pazienti riferisce buoni risultati in termini di controllo dei sintomi (dolore, tumefazione, sensazione di calore) e di recupero della funzionalità dell’articolazione.

I pazienti che riferiscono gli stessi sintomi anche a seguito del trattamento sono all’incirca un terzo del totale, mentre circa la metà di quelli interessati da questo problema riferiscono un miglioramento significativo nella funzionalità articolare.

Revisione della protesi di ginocchio

Nel caso in cui si sia invece in grado di identificare l’infezione come causa del dolore, è fondamentale sottoporre il paziente ad un approccio multidisciplinare, coinvolgendo il collega infettivologo nella pianificazione della terapia farmacologica.

È possibile che comunque si debba poi ricorrere ad un intervento di revisione della protesi.

L'intervento di revisione deve essere affrontato da uno specialista qualificato, che abbia frequentemente a che fare con interventi di revisione, in centro di riferimento dedicati, e sappia giudicare in modo oggettivo rischi e benefici di ogni strategia possibile.

Innanzitutto, il chirurgo specializzato dovrà valutare la tecnica utilizzata per l'impianto della protesi ed il tempo trascorso fra il primo intervento ed il manifestarsi dei sintomi.

Se l’infezione è precoce e si sviluppa subito dopo la procedura chirurgica, oltre alla terapia antibiotica impostata, può essere utile programmare una pulizia chirurgica dei tessuti molli peri-protesici.

È fondamentale valutare la condizione clinica e una serie - ripetuta nel tempo - di esami ematici (formula leucocitaria, VES, OCR ad esempio) per stabilire se sia il caso di adottare un approccio chirurgico e quale sia la tecnica più adatta a risolvere la situazione del paziente.

La revisione chirurgica di una protesi di ginocchio è indicata quando la fonte del dolore è chiaramente identificata e il paziente è un buon candidato in termini di tolleranza, riserva ossea e condizione medica.

Il punto chiave che spero di aver “stressato” in questo capitolo è la necessità di aver determinato la causa del fallimento e una pianificazione accurata dell’intervento di revisione, l’improvvisazione è garanzia di nuovo fallimento.

Prima dell’intervento di revisione occorre avere una serie di radiografie complete, un esame di tutto l’arto inferiore, una scintigrafia ossea, spesso una TAC per gestire il malallineamento, per capire la necessità di eventuali innesti ossei o protesi con steli per gestire il difetto osseo e sempre visitare il paziente perché davanti ad un’instabilità clinica importante può essere necessario avere a disposizione protesi vincolate.

Il progresso tecnologico garantisce a noi chirurghi una ampia varietà di strumentazioni che possono facilitare l’intervento, ma rimane centrale l’aspetto umano, la preparazione e l’attenzione del chirurgo nel gestire il fallimento protesico, la superficialità è la condanna di ogni azione.

dottor Federico Valli Chirurgo Ortopedico

dr. Federico Valli


Medico Chirurgo
Specializzato in Anca e Ginocchio

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