Legamento crociato anteriore: guida all’intervento e ai tempi di recupero

Il legamento crociato anteriore

La tibia ed il femore sono due fra le ossa più grandi e pesanti dell’intero corpo umano.

Sono congiunti da un’articolazione che si chiama, per l’appunto, femoro-tibiale e fa parte del complesso articolare del ginocchio, che comprende anche l’articolazione fra il femore e la rotula.

Le estremità più vicine all’articolazione fra tibia e femore sono ricoperte dai menischi, che hanno la funzione di ammortizzare i piccoli traumi cui sottoponiamo le ginocchia durante le normali attività quotidiane, per esempio quando camminiamo o corriamo.

Il ginocchio è normalmente in grado di eseguire due movimenti: quello di rotazione e quello di flessione ed estensione.

Date le notevoli forze cui è sottoposta, l’articolazione fra femore e tibia è protetta da due robuste coppie di legamenti, che si chiamano legamenti crociati perché si incrociano proprio nella zona di incontro fra le superfici delle due ossa.

La loro funzione è complementare a quella dei menischi: servono ad aumentare la stabilità articolare, evitando che le due superfici articolari scivolino avanti o indietro l’una rispetto all’altra.

Rottura legamento crociato anteriore: le cause

ricostruzione legamento crociato anteriore

Proprio grazie a tutti i meccanismi che abbiamo spiegato fin qui, le ginocchia sono forti, stabili ed in grado di sopportare stress notevoli.

Capita tuttavia che traumi particolarmente intensi, come un’eccessiva estensione o rotazione, possano causare il danneggiamento o la rottura delle parti molli, come i legamenti ed i menischi.

I legamenti crociati anteriori, essendo di solito meno robusti di quelli posteriori, sono particolarmente esposti a questo tipo di infortuni, specialmente quando svolgiamo attività sportive che prevedano l’estensione esplosiva delle ginocchia oppure rapidi cambi di direzione (alcuni esempi possono essere li basket, il calcio o lo sci).

La sensazione di instabilità ed il dolore al ginocchio sono tipici segnali che possono indicare un problema di questo genere; in ogni caso, non sempre questi sintomi sono presenti, quindi se si verifica un trauma è sempre meglio fermare l’attività il prima possibile e rivolgersi ad uno specialista, anche per evitare di peggiorare gli eventuali danni già causati dall’infortunio.

Intervento al legamento crociato anteriore: le 3 tecniche chirurgiche

Quando è diagnosticata la rottura del legamento crociato anteriore, se il paziente desidera recuperare la piena funzionalità dell’articolazione, l’intervento chirurgico è una scelta ottimale.

Si tratta di una procedura comune, che ha un’altissima percentuale di successi e prevede di sostituire il legamento lesionato con uno sano; a seconda dell’opportunità, il chirurgo proporrà al paziente una delle tre tecniche che sono comunemente utilizzate.

Trapianto autologo del semitendinoso e gracile

La tecnica più diffusa consiste nell’utilizzare i tendini di due muscoli flessori mediali della coscia, facendoli passare attraverso un foro appositamente realizzato all’interno dell’articolazione. L’intervento, per la gran parte del suo svolgimento, è effettuato in artroscopia.

Lo svantaggio di questa procedura è la necessità di rispettare i tempi di recupero dei muscoli della coscia, rendendo più lenta la riabilitazione.

Trapianto autologo del tendine rotuleo

In questo caso, si procede ad asportare il tendine della rotula nella prima fase dell’intervento, utilizzandolo in seguito per sostituire il legamento lesionato. Questa procedura non intacca i muscoli della coscia ma indebolisce l’intero complesso articolare.

I tempi della riabilitazione sono più rapidi ma questo tipo di intervento rende necessario fare molta attenzione durante gli esercizi per recuperare il tono muscolare.

Impianto di un tendine prelevato da un donatore

Questa tecnica, anche detta tecnica allograft, prevede di utilizzare materiale prelevato da un donatore. Ha ovviamente il vantaggio di non indebolire la muscolatura del paziente né l'apparato estensore, ed è quindi molto utile nei pazienti over 60 con buone richieste funzionali e un modesto quadro artrosico.

Il ricovero in ospedale

Viene di solito effettuato la mattina stessa del giorno durante il quale si svolgerà l’intervento e si richiede al paziente il digiuno totale nelle 8-12 ore precedenti all’ingresso in sala operatoria.

È importante che il paziente risponda correttamente alle domande di chi compila la cartella clinica, per minimizzare il rischio che si verifichino complicazioni durante l’intervento e nella fase immediatamente successiva.

Gli esami preparatori

Anche effettuare tutte le verifiche richieste dallo specialista è indispensabile per lo stesso motivo: i valori rilevati guideranno l’équipe medica a tenere in considerazione eventuali problematiche riscontrate, come la presenza di condizioni mediche particolari, malattie croniche o allergie.

L’anestesia

La scelta del tipo di anestesia per affrontare l’intervento dipende dalle caratteristiche della procedura e dalle preferenze del paziente.

L’anestesiologo valuterà anche la necessaria terapia, per contrastare il dolore che si manifesta nelle 48-72 ore successive all’intervento.

Le difficoltà del post-operatorio

Durante la degenza vengono eseguite terapie antibiotiche ed antitrombotiche, per abbattere al massimo la probabilità che si verifichino le normali complicazioni connesse a tutti gli interventi chirurgici.

Il paziente sarà informato in merito a tutti i rischi e gli saranno date indicazioni su come affrontare la fase di riabilitazione. L’attività fisica post-operatoria di solito viene proposta a partire dal giorno successivo a quello dell’intervento.

Il decorso post-operatorio

legamento crociato anteriore tempi di recupero

Infatti, seguire con costanza ed attenzione il percorso di riabilitazione che viene proposto è importantissimo per l’efficacia della procedura, almeno quanto lo è la perizia del chirurgo.

Il tempo di recupero e consolidamento dei tessuti che sono stati trattati è di circa sei mesi, dopo i quali l’articolazione dovrebbe aver recuperato la gran parte della sua funzionalità originale.

Il programma di riabilitazione

Fin dal secondo giorno dopo la procedura chirurgica sarà dunque possibile e consigliabile iniziare la ginnastica riabilitativa, utilizzando appositi strumenti che saranno raccomandati dal responsabile della riabilitazione.

Camminare con l’ausilio di stampelle sarà possibile fin da subito; di solito, non utilizzo il tutore, ma concedo un'articolarità libera da subito, compatibilmente con il dolore.

Dopo circa 3/4 settimane, se il parere dello specialista è positivo, il paziente sarà in grado di tornare a guidare ed a svolgere le attività quotidiane senza l’aiuto di bastoni o stampelle.

Dopo circa 60-80 giorni dalla procedura dovrebbe essere di nuovo in grado di correre, mentre per l’eventuale ripresa dell’attività agonistica è necessario attendere un ulteriore ok dello specialista, che difficilmente richiederà meno di cinque o sei mesi.

Programma di riabilitazione per pazienti sottoposti ad intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore.

  • 1°-2° Settimana: ginocchiera bloccata tra 0° e 90°. Kinetec 0°-60° per i primi 3 giorni, poi a 90°. Mobilizzazione attiva del piede e del ginocchio. Ghiaccio al termine degli esercizi. Carico sfiorante alla fine della seconda settimana. Esercizi di estensione attiva del ginocchio senza ginocchiera.
  • 3°-4° Settimana: ginocchiera tra 0°-120° gradi. Rimuoverla per eseguire gli esercizi 4 volte al giorno, per un'ora ogni volta. Raggiungere la completa estensione se ancora manca qualche grado, con estensione passiva in posizione prona e gamba fuori dal letto. Ginnastica propriocettiva e di allungamento dei flessori. Cyclette a sellino basso, senza frizione. Piscina. Nuotare a stile "libero". Proibito lo stile "rana". Continuare gli esercizi isometrici. Iniziare esercizi isotonici a catena cinetica chiusa alla 4° settimana. "Leg Press" con 15/20 kg. Squat solo a ginocchio flesso a 45°/90°. Carico completo alla fine di questa fase.
  • 5°-6° Settimana: rimuovere la ginocchiera. Flesso-estensione tra 0° e 130°. Continuare con piscina e cyclette. Proibito lo stile "rana". Ginnastica propriocettiva.
  • 7°-12° Settimana: mobilità completa. Continuare gli esercizi isotonici ed isometrici in palestra. Ginnastica propriocettiva. Iniziare gli esercizi di agilità sul campo: corsa laterale, carioca, salto sulla corda.
  • 13°-16° Settimana: continuare gli esercizi di potenziamento ed aumentare la difficoltà degli esercizi di agilità.
dottor Federico Valli Chirurgo Ortopedico

dr. Federico Valli


Medico Chirurgo
Specializzato in Anca e Ginocchio

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