La protesi di rivestimento dell'anca

La protesi di rivestimento dell’anca è una alternativa alla protesi d'anca tradizionale e tende a preservare maggiormente il femore, garantendo un ripristino dell’anatomia, particolarmente indicata nei giovani pazienti sportivi maschi che rispondono a determinati parametri anatomici:

  • assenza di necrosi della testa del femore;
  • nessuna differenza di lunghezza tra gli arti;
  • assenza di collo femorale varo;
  • assenza di fratture pregresse all'anca;
  • adeguata dimensione della testa del femore.

L'artoplastica di rivestimento dell’anca non è consigliata alle pazienti donne.

La protesi di rivestimento dell’anca

La protesi di rivestimento dell'anca è indicata nei pazienti con richieste funzionali elevate, particolarmente attivi a livello sportivo.

Uno dei vantaggi principali rispetto alla protesi d’anca tradizionale è la resistenza maggiore alle sollecitazioni articolari, per cui la lussazione è un fenomeno più raro.

Chiamata più correttamente artroplastica di rivestimento dell’anca, questa tecnica consente di preservare:

  • in parte la testa del femore;
  • completamente il collo del femore,

che invece nell’impianto di protesi d’anca vengono asportati e sostituiti.

Controindicazioni

L'artroplastica di rivestimento dell’anca è sconsigliata nei pazienti con una bassa qualità ossea, in particolare nelle pazienti di sesso femminile.

È controindicata, infine, nei pazienti con età superiore ai 70 anni, per cui viene utilizzata principalmente nei giovani atleti e negli uomini sani attivi.

La valutazione, ad ogni modo, è di competenza del chirurgo, che valuta la condizione nella sua specificità e individua il trattamento più idoneo: spesso, infatti, è maggiormente indicata la protesi d’anca tradizionale con sostituzione della testa del femore.

L’intervento chirurgico di artroplastica di rivestimento dell’anca

L’intervento di artroplastica dell’anca prevede l’inserimento di due sottili rivestimenti di metallo nelle parti anatomiche coinvolte, ovvero la testa del femore e dell’acetabolo.

Il rivestimento in metallo a livello del cotile non viene cementato, mentre il rivestimento a livello della testa del femore viene cementato.

In questo modo, la testa del femore viene mantenuta e non è necessario sostituirla, per cui si tratta di un intervento maggiormente conservativo: è purtroppo necessaria una buona/ottima qualità ossea, per cui è destinato a pazienti con elevate richieste funzionali, in genere giovani che praticano assidua attività sportiva.

Durata di una protesi di rivestimento

Uno scrupoloso planning preoperatorio è importante al fine di limitare le possibili conseguenze: è, inoltre, fondamentale informare il paziente sui potenziali rischi, in modo da affrontare un post-operatorio con maggiore consapevolezza e attenzione.

Un fattore che non può essere sottovalutato è l’usura data dall’attrito tra metallo e metallo: questo, infatti, può rilasciare ioni dannosi per l’organismo, che possono portare a metallosi e quindi a processi infiammatori dannosi ai tessuti peri-articolari: fondamentale dunque è il monitoraggio, ogni 2 anni, con esami ematici per dosare gli ioni mettallici.

Protesi di rivestimento dell'anca BHR

Le protesi di rivestimento BHR hanno dimostrato, con un'ampia letteratura scientifica a supporto, un’ottima tolleranza e una durata superiore ai 20 anni.

Le differenze tra protesi d’anca tradizionale e protesi di rivestimento

La differenza principale tra le due tecniche chirurgiche è data dalla maggiore conservazione delle strutture ossee.

L’artroplastica di rivestimento, infatti, permette di preservare l’intera testa del femore e soddisfare maggiori richieste funzionali.

Questo vantaggio consente la pratica di sport più agevolmente, in quanto il rischio di lussazione è ridotta ai minimi termini.

La riabilitazione

La riabilitazione dell'artroplatica di rivestimento dell’anca è simile rispetto all’artroprotesi tradizionale con approccio mini-invasivo, sicuramente la gestione dei tessuti ossei è migliore, mentre richiede più attenzione per la gestione dei tessuti molli, muscoli e tendini, che vengono esposti maggiormente durante l'intervento.

Un altro aspetto fondamentale sono i follow-up periodici: l’attrito tra i metalli, infatti, richiede la valutazione degli ioni metallo nel sangue ogni 2 anni.

dottor Federico Valli Chirurgo Ortopedico

dr. Federico Valli


Medico Chirurgo
Specializzato in Anca e Ginocchio

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