Questo articolo approfondisce il programma di riabilitazione corretto per l'operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore.
Il legamento crociato anteriore è un’importante componente del complesso articolare del ginocchio.
Deputato al mantenimento della stabilità dell’articolazione, una sua lesione o rottura può compromettere seriamente la deambulazione, per cui deve essere trattata chirurgicamente.
Prima di proseguire, occorre spiegare brevemente che ruolo svolge nell’articolazione del ginocchio, per poi approfondire i trattamenti in caso di rottura.
Il ginocchio è il complesso articolare che deve sostenere il peso del nostro corpo e delle attività legate alla deambulazione.
È formato da due articolazioni:
Femore e tibia vengono mantenute in posizione da due legamenti, ovvero:
Insieme formano il perno centrale dell’articolazione, garantendo, con il legamento collaterale mediale e il laterale, la stabilità completa del ginocchio.
Il legamento crociato anteriore (abbreviato in LCA) ha origine nella superficie posteriore dell’estremità distale del femore e termina nella superficie anteriore prossimale della tibia.
Svolge due importanti compiti, ovvero:
Essendo meno spesso e resistente della sua controparte, è statisticamente più soggetto a danni e rotture: è, inoltre, scarsamente vascolarizzato, per cui la guarigione autonoma in caso di infortunio non è possibile.
Il legamento crociato anteriore è, insieme al menisco, uno degli elementi più fragili dell’articolazione; le condizioni che possono portare a una sua lesione, dunque, sono diverse.
Si annoverano tra queste:
Particolarmente esposti agli infortuni traumatici sono gli sportivi che praticano discipline in cui il contatto fisico o l’estensione esplosiva delle ginocchia sono preponderanti, come:
Altri soggetti a rischio, inoltre, sono le persone che svolgono un lavoro fisicamente usurante.
I sintomi più comuni che possono far sospettare una lesione del legamento crociato anteriore sono:
Al momento della rottura, generalmente il paziente riferisce uno schiocco a livello articolare, che impedisce il prosieguo dell’attività.
Tuttavia, è bene precisare che non sempre l’intensità dei sintomi è indicativa della gravità dell’infortunio: per questo motivo, in caso di sospetta lesione, è bene fermarsi immediatamente e, non appena possibile, sottoporsi il prima possibile a valutazione medica, al fine di evitare un aggravamento ulteriore della condizione.
L’unico modo per risolvere una lesione completa del legamento crociato anteriore è l’intervento chirurgico.
La rottura dell’LCA, infatti, espone il ginocchio ad altri infortuni e a degenerazione cartilaginea: quando non trattata, infatti, può favorire l’insorgenza precoce dell’artrosi di ginocchio, meglio conosciuta come gonartrosi.
Una volta identificata la tipologia di lesione, ovvero se si tratta di:
il medico formula il piano terapeutico più idoneo, tenendo conto soprattutto delle esigenze e delle peculiarità del singolo paziente.
Per ripristinare la stabilità passiva, comunque, non è possibile la suturazione del tessuto lacerato, per cui deve essere sostituito completamente.
A questo proposito le tre tecniche chirurgiche attualmente più utilizzate sono:
A prescindere dal tessuto utilizzato, l’intervento viene eseguito in artroscopia, con una durata media dell’operazione è di circa 60-90 minuti.
Quando si utilizza questa tecnica si procede ad asportare il tendine della rotula nella prima fase dell’intervento, utilizzandolo in seguito per sostituire il legamento lesionato.
Questa procedura è utile in quanto, a differenza del trapianto autologo del semitendinoso e gracile, non intacca i muscoli della coscia; il difetto è però un indebolimento generale dell’intero complesso articolare.
I tempi della riabilitazione sono più rapidi, ma è necessario prestare particolare attenzione durante l’esecuzione degli esercizi per il recupero del tono muscolare.
Si tratta della scelta più comune.
Si trapiantano i tendini di due muscoli flessori mediali della coscia, prelevandoli dal paziente stesso nel corso dell’intervento e facendoli poi passare attraverso un foro, che viene appositamente realizzato all’interno dell’articolazione.
L’unico lato negativo di questa procedura è la necessità di rispettare i tempi di recupero dei muscoli della coscia, fatto che rende più lenta la riabilitazione.
Questa tecnica è detta allograft transplantation e prevede di prelevare da un donatore il materiale per il trapianto.
Si adotta allo scopo di non indebolire la muscolatura delle gambe ed è quindi molto utile nei pazienti più anziani o nelle revisioni chirurgiche di rotture di crociati ricostruiti.
L’elemento più importante del percorso di riabilitazione è senza dubbio la terapia fisica, che deve essere approcciata con diligenza dal paziente, per massimizzare i benefici che derivano dall’intervento chirurgico.
Per questo, fin dal giorno successivo alla procedura il paziente viene messo nelle condizioni di iniziare il programma di ginnastica riabilitativa e fisioterapia, sebbene debba comunque continuare ad utilizzare le stampelle per le prime 3-4 settimane.
Il recupero completo della funzionalità articolare e di una corretta deambulazione avviene normalmente dopo 6 settimane, mentre la ripresa dell’attività sportiva necessita di almeno 6 mesi.
È anche per questo motivo che l’impegno del paziente è centrale nel determinare un recupero più rapido ed efficace di flessibilità e forza muscolare.
L’intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore deve essere assolutamente seguito da un piano di riabilitazione post-operatorio.
La ripresa funzionale, infatti, è fortemente condizionata dai comportamenti del paziente nel periodo di recupero.
A questo proposito, riporto il programma ideale da seguire nel post-operatorio, concordato con l'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, dove lavoro: bisogna comunque sottolineare che il piano deve essere sempre discusso precedentemente con il proprio chirurgo, che in base al caso specifico indica i movimenti e le azioni da eseguire e da evitare.