La coxartrosi è la degenerazione della cartilagine dell’articolazione dell’anca.
La sua distruzione porta all’esposizione dell’osso, con conseguente dolore e limitazione deambulatoria.
Questa patologia è generalmente associata all’invecchiamento, in quanto la cartilagine del nostro corpo, dopo i 55 anni, tende ad indebolirsi e all’usura, causando la sintomatologia della coxartrosi.
Le cause della coxartrosi sono dovute a diversi fattori.
I principali sono:
Le modificazioni morfologiche sono tipicamente la formazione di osteofiti, sclerosi ossea, cisti ossee, sinovite, e alterazione dell’apparato legamentoso con una contrattura in extrarotazione.
Un paziente con coxartrosi riferisce tipicamente un esordio insidioso con dolore di durata variabile all’inguine e alla coscia, che talvolta può irradiarsi anche al gluteo; le manifestazioni associate comprendono una rigidità che limita:
Questi sintomi sono di intensità variabile, normalmente peggiori al mattino presto e tendono ad essere più forti con la mobilizzazione.
I pazienti hanno di solito un’età superiore ai 55 anni e possono avere in anamnesi uno specifico evento scatenante, una patologia dell’anca nell’infanzia, come:
Un’alterazione in fase precoce della coxartrosi è la perdita della rotazione interna; la mobilizzazione dell’anca da parte dello specialista, inoltre, può causare dolore inguinale, suggerendo ulteriori approfondimenti diagnostici.
La progressione della malattia può far sviluppare nel paziente una contrattura in flessione dell’anca interessata e la conseguente obliquità della pelvi può portare ad un’effettiva dismetria degli arti con possibili anomalie durante la deambulazione.
Dopo l’anamnesi e l’esame obiettivo, il passaggio obbligatorio nella valutazione della coxartrosi è l’esame radiologico.
In radiografia, un'articolazione artrosica appare:
Altre tecniche diagnostiche comprendono:
Il processo diagnostico ricopre, naturalmente, una grande importanza, soprattutto perché esistono molte patologie che possono dare disturbi simili.
In diagnosi differenziale entrano, infatti, diverse condizioni che possono richiedere trattamenti molto differenti, come:
Infine, una volta confermata la diagnosi di coxartrosi, è necessario individuare lo stadio di degenerazione, per poter procedere con la terapia più adeguata.
La coxartrosi ha 3 stadi di gravità:
che richiedono una gestione differente del paziente.
Gli obiettivi principali saranno sempre gli stessi, ovvero:
Per il paziente con una malattia da lieve o moderata intensità esistono diversi approcci conservativi efficaci, che comprendono:
Nei casi più gravi, quando si vuole ottenere nuovamente la funzionalità dell’articolazione, può essere necessario, invece, l’impianto di protesi d’anca.
L’importanza dell’attività fisica nei pazienti con coxartrosi si dimostra essere un valido aiuto per rallentarne la progressione.
Associare a questa, una terapia farmacologica, permette di mantenere la funzionalità articolare e la deambulazione autonoma, senza dover ricorrere all’intervento.
In generale, comunque, si mira a rinforzare le strutture di supporto all’articolazione, per permettere di tollerare in maniera più efficace il dolore: ad ogni modo, queste terapie non risultano efficaci nel lungo periodo e in casi di gravi coxartrosi.
La protesi dell’anca, infine, offre miglioramenti consistenti e drastici del dolore, della rigidità e della qualità di vita dei pazienti.
È l’intervento risolutivo nei casi di coxartrosi avanzata; tuttavia, per potersi sottoporre a questo tipo di intervento occorre essere estremamente motivati.
Perché è necessaria questa affermazione?
Perché il successo di un impianto di protesi d’anca passa anche e soprattutto dal paziente, che dopo l’intervento dovrà applicarsi costantemente con la terapia fisica per poter riottenere la funzionalità perduta.
Un impianto, infatti, risulta poco efficace se il paziente nel post-operatorio tenderà alla sedentarietà, non riuscendo ad ottenere i risultati sperati anche con un lavoro chirurgico effettuato a regola d’arte.
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